Da Le Corricolo - pubblicato la prima volta nel 1843 - abbiamo tratto i quattro capitoli dedicati al nostro patrono. Angelo Petrella, che ne ha curato la traduzione, ha provveduto a riattualizzarla e ripulirla dalle infiocchettature barocche spesso utilizzate nelle precedenti traduzioni, che non rendevano merito alla scorrevole, meravigliata e spesso ironica prosa di Dumas.

L'ultimo capitolo è dedicato a Sant'Antonio usurpatore che per sei mesi, all'indomani della caduta della Repubblica partenopea, sostituì san Gennaro accusato di tradimento, di essere liberale, rivoluzionario e giacobino. Ma l'ennesimo miracolo, fermò l'eruzione del Vesuvio alle porte della città, portò alla riabilitazione definitiva del patrono san Gennaro.

La suggestione

Indizio n. 1 Dumas clandestino 

Alexandre Dumas era figlio di un generale della Rivoluzione francese che combatté successivamente anche al fianco di Napoleone. Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie, noto in Francia come generale Dumas. Il generale era di origini etniche miste, in quanto figlio di un marchese francese e di una schiava di etnia africana originaria di Haiti, detta la femme du mas ('la donna della masseria'); lo scrittore Dumas era quindi per un quarto di ascendenza afro-caraibica. Nelle sue memorie, lui stesso si definiva «negro, dai capelli crespi e dall’accento creolo». Giunse a Napoli, nel regno delle Due Sicilie nell’agosto del 1835. Viaggiò sotto falso nome, in quanto persona non gradita, e attraversò il regno eludendo continuamente i sistemi di sicurezza della polizia borbonica. Un viaggio da clandestino, che fu ben presto costretto a interrompere per rientrare in patria, visto che la polizia segreta borbonica era ormai sulle sue tracce.

Indizio n. 2. la più antica immagine di san Gennaro

L'immagine di copertina è considerata la più antica raffigurazione del martire cristiano. Un affresco della seconda metà del V sec. scoperto nelle Catacombe di san Gennaro a Napoli. Si nota immediatamente che il patrono ha fattezze di origini africane. La sua nascita è attestata intorno al 272 a Benevento. 

Immaginiamo invece che il martire provenisse dalle coste africane, esule per le feroci persecuzioni adottate dagli imperatori romani nei confronti dei cristiani. Un migrante che raggiunse le coste italiche via mare. 

Un migrante Gennaro, un viaggiatore sotto mentite spoglie lo stesso Dumas, nel suo primo viaggio a Napoli e nel meridione. Entrambi clandestini.Entrambi esempi del grande cuore dei napoletani, da sempre animati da una grande tolleranza e da un istintiva accoglienza. Due personaggi che hanno fatto grande la chiesa e grande la letteratura. Entrambi legati indissolubilmente alla nostra città. Una città fin dalle origini tollerante e aperta che non ha mai "paura" di confrontarsi con lo straniero.

I napoletani, un popolo accogliente, disponibile, aperto, inclusivo.

Una suggestione, una storia non vera, ma certamente verosimile.

 Alexandre Dumas - San Gennaro. Vita-morte-Miracoli.
Traduzione di Angelo Petrella.
Collana Tascabili n. 2. Pagine 96. Euro 9,50