Il Presepe favoloso del Rione Sanità In appendice: I Personaggi del Presepe. The Nativity’s Characters

Collana I Ponti
Data di Pubblicazione 2022
NIC 6
ISBN 9788832087314
Pagine 96
Formato cm 24x30
Autore copertina Gabriele Rollin
Testo Pietro Gargano. Prefazione Paolo Giulierini. Interventi di Antonio Loffredo, Federico Vacalebre, Peppe Barra, Gianluigi Freda. Fotografie di Sergio Siano. A cura di Carlo Avilio.
In appendice: I Personaggi del Presepe. In appendix The Nativity’s Characters.
Abstract inglese del testo di Pietro Gargano e traduzione a fronte della prefazione di Paolo Giulierini. Didascalie e appendice in italiano e inglese.Traduzioni a cura di Carlo Avilio e Porsiana Beatrice
Il Presepe: integrazione, accoglienza e tolleranza
Il Presepe favoloso, donato da La Scarabattola dei maestri presepari Scuotto alla Basilica di Santa Maria della Sanità, apre una porta tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Mescola angeli e diavoli. È un presepe vivente anche perché attacca mali contemporanei – vedi il razzismo, le discriminazioni sessuali, il finto perbenismo – pur impiegando elementi della tradizione. Leggi tutto
Tradizione e innovazione
Non è solo un’opera d’arte in cui la lotta tra tradizione e contemporaneità si risolve con una sintesi che tocca il cuore a credenti e non, ma anche un contributo importante al dibattito su come lavorare sulle nostre tradizioni. Gli Scuotto, in fondo, guardando a De Simone, operano sui loro pastori come la Nuova Compagnia di canto Popolare (Nccp) fece su villanelle e moresche, riscoprendone il più profondo senso, restituendole con rispetto al nostro vivere contemporaneo.
Una scarabattola in vetro e corten
È nascosto in una sala dietro l’altare, protetto da una teca di cristallo. Si sviluppa in altezza tra paesaggi vertiginosi che alternano monumenti antichi con marine, appoggiato ad una riproduzione di un banco tufaceo che può essere visitato circolarmente. Qua e là, sono rischiarate dalla luce alcune scene grandiose la cui regìa si deve anche al restauratore e scenografo presepiale Biagio Roscigno. Nel percorso che va dalle Catacombe di San Gennaro alla soleggiata San Martino, quasi una citazione dantesca dalla tenebra alla luce, si notano personaggi strani, talora al limite del mitologico e del mondo pagano, oppure chiari riferimenti alla tradizione antropologica napoletana: il diavolo travestito da oste, Giacomino Santella che incarna il nuovo Benino, il pastore portafortuna che dorme e che sogna, gli scugnizzi, la processione degli incappucciati, la zingara-sibilla, il monaciello, il lupo mannaro, il bimbo che palleggia con l’arancia, troppo simile ad un Dio da poco scomparso.
Una sorta di danza dei verdisci, dove tutto diventa uno spettacolo del presente, diventa ipnotica. C’è tutta l’umanità che si mostra nello spazio e nel tempo, con le proprie speranze, le angosce, talora l’aspetto più tetro della cruda violenza, della paura personificata, della superstizione. Si tratta di una allegoria di quanto l’uomo può arrivare a pensare, costruire, distruggere al contempo: vette ed abissi, cieli ed inferi, come Napoli, come la Sanità.
Un mondo sospeso
I diavoli erano scomparsi dagli apparati presepiali, gli Scuotto li hanno recuperati, e sono una folla. Si attestano alla frontiera tra Bene e Male, Luce e Tenebra, Morte e Resurrezione, Sapere e Ignoranza, Sacro e Profano, Ricchezza e Miseria, Abbondanza e Carestia. È la benefica coesistenza degli opposti, nella città teatrale aperta alla convivenza e speranzosa nella redenzione. È un Mondo Sospeso.
I demoni sono in bilico sull’abisso, come Napoli da più di duemila anni. E però Napoli è sempre viva, unica grande civiltà sopravvissuta nei millenni.